Proiezioni del nostro contenuto interiore

Io con i miei figli, allora di 8 e 13 anni, affacciati sul burrone a Vitorchiano

Foto vecchia di 5 anni, che ancora fa sentire l’emozione del burrone…

Vedere i propri figli sul ciglio all’epoca poteva farmi creare miliardi di scenografie: potevo immaginare di vederli cadere per un giramento di testa, perché avrebbero potuto inciampare su qualcosa di non meglio specificato, per distrazione, perché non si sarebbero resi conto del pericolo… Chissà cos’altro poteva venirmi…

Eppure non succedeva. Quindi? Quale ansia mettevo di troppo? Paura reale o paure più profonde che avevo dentro e che riversavo sui miei figli?

Rivedendo questa foto, Valentina aveva 8 anni, Stefano 13, ricordo l’emozione ansiogena che mi permeava e che non ho rivissuto un anno fa, vedendo la stessa figlia su un altro dirupo. Cosa mi è cambiato? Non posso scusarmi con il fatto che Valentina sia cresciuta, perché Stefano all’epoca aveva la stessa età. Semplicemente formazione vissuta che mi ha permesso di allentare le tensioni interiori, che non riverso più, o almeno in misura molto ridotta, sulle varie situazioni che mi trovo a partecipare.

Sicuramente è una variabile che si apporta in non poco tempo, ma con il passare degli anni, lavorando continuamente, tra alti e bassi per i primi periodi, sulle dinamiche ostacolanti, a volte quasi senza rendersene conto, per come è strutturato il percorso E.Co.A.: prima si vive, poi si elabora.

La voglia di lavorare sulle proprie dinamiche mi sarebbe dovuta sorgere spontanea nel momento in cui riconoscevo che le paure personali bloccavano non solo le mie azioni, ma anche quelle degli altri. Perché allora non è venuta automatica? La mia risposta è perché sono stata cresciuta in un ambiente in cui era usuale che le paure e le nozioni degli adulti frenassero l’autodeterminazione a scoprire da sola “cosa sarebbe successo se…” e ho ripercorso automaticamente gli stessi passi.

La voglia cosciente di mettermi all’opera non mi è venuta in quella specifica escursione, ma per altri fattori; la riflessione, che effettivamente ho lavorato, mi è venuta difatti quando mi sono trovata di fronte questa foto. Mi sono rivista la mia storia passata e ho riattualizzato le emozioni provate: non mi sono resa conto che lavorando sulle mie attitudini ostacolanti, ansiogene, ritardanti, avrei risolto anche la proiezione di esse.

La sensazione che mi ritrovo è che mi sento tanto leggera, vedendo quanta fluidità si è raggiunta. Anche il lavoro di approfondimento che mi aspetta da qui in avanti, che pure sarà tanto, viene da me accolto con meno stress, con meno nervosismo, con una scia di continuo avanzamento che ha la consapevolezza di non poter forzare il traguardo di nuovi raggiungimenti, che ha la visione di un lavoro costante che darà i suoi frutti quando essi saranno maturi.

L’impegno ecologico è in costante divenire.

E qui continua la mia formazione e quella di chi si vuole aggiungere:

Eventi Sophy International Project


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